Il Garante dei diritti della
persona della Regione Fvg, Enrico Sbriglia, con Piero Mauro
Zanin, già presidente del Consiglio regionale, e Anna Malisani
del Partito Radicale, hanno visitato la casa circondariale
“Ernesto Mari” di Trieste. Lo si legge in una nota di Acon.
La delegazione ha constatato che sono in corso importanti
lavori di risistemazione interna degli spazi detentivi. In
luglio c’era stata una protesta dei detenuti con devastazioni di
ambienti e attrezzature, in particolare dell’infermeria; morì
anche un detenuto. Furono dunque avviati interventi di
risanamento e di un migliore utilizzo degli spazi. Si è poi
svolta una riunione con i responsabili dei diversi servizi
gestiti in carcere: rafforzare il servizio sanitario, rendere
più attrattivo il lavoro di infermieri e medici in carcere, come
chiesto da Franca Masala, responsabile servizio sanitario in
carcere. Il Garante ha convenuto ricordando l’importante lavoro
degli operatori sanitari durante il Covid, ma poi le loro
richieste non sono state soddisfatte rendendo “il lavoro in
sanità penitenziaria demotivante, inducendo gli operatori
sanitari a preferire altri ambiti lavorativi, compreso il
privato”. “È perciò importante – si legge ancora nella nota Acon
– che la Regione, competente in materia, sperimenti modelli
organizzativi più confacenti, anche sfruttando la telemedicina”.
L’auspicio, per il Garante, è che, tra l’altro, si pervenga a
una “regia” unica dei servizi sanitari. “Il Garante, al
riguardo, confida nell’impegno che certamente ci sarà da parte
dell’assessore alla Salute Riccardo Riccardi”. Altra criticità è
“la carenza di copertura di psicologi nella struttura triestina.
Peraltro, saranno ridotte le ore, già insufficienti, e le unità
da gennaio”. Si è poi “parlato dell’importanza di consentire
alle persone ristrette di coltivare le proprie fedi religiose
nel rispetto degli altri”, conclude la nota Acon.
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