PALERMO – “Noi vediamo nell’autonomia differenziata un grosso rischio per l’aumento delle diseguaglianze che sono in atto nel sistema sanitario nazionale, il quale, va detto, si trova in un momento di crisi oggettiva. L’autonomia differenziata va in senso contrario a quello che dovrebbe essere il Pnrr, che mette al primo punto la coesione territoriale, mentre l’autonomia differenziata spezza proprio la coesione territoriale”. Lo ha detto Ernesto Melluso, responsabile della rete civica di #SalviamoSSN istituita dalla Fondazione Gimbe, parlando a margine dei un forum dal titolo “Autonomia differenziata e Pnrr: cosa succederà alla sanità?”, sul tema della sanità pubblica, organizzato alla Fonderia Oretea di Palermo. “Noi ci battiamo contro l’autonomia differenziata – prosegue – anche nella visione azzoppata della consulta. Speriamo che vada in porto il referendum per il quale sono state raccolte in Italia 1 milione e 300 mila firme, mentre in Sicilia invece sono state 700 mila le firme raccolte”, conclude Melluso. “Ci avviamo in termini di finanziamento pubblico a scendere sotto il 6%, il che significa, in buona sostanza che l’intenzione della politica, man mano che si va avanti è sempre la stessa: attingere alla spesa sanitaria, che è una fetta più facilmente aggregabile, per fare dell’altro. Dal 2010 i tagli hanno causato non pochi problemi al mondo della sanità – ha proseguito in videocollegamento Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe – uno dei problemi più evidenti è il grande fenomeno della diseguaglianza regionale. Il gap Nord – Sud è sempre esistito, per ragioni sociali e per inadeguatezza politica, ma la sostanziale assenza dello Stato ha determinato che le persone che si occupano di sanità non hanno avuto nessuna guida. Le riorganizzazioni dei servizi sanitari regionali, il personale che è stato tagliato, le spese sostenute dalle famiglie per la mobilità sanitaria, sono tutti altri temi importanti”, conclude Cartabellotta.
Fondazione Gimbe, ‘senza Ssn lento scioglimento ghiacciaio’
PALERMO – “Se noi un giorno dovessimo perdere il Servizio sanitario nazionale non ci sarà l’annuncio fragoroso di una valanga, sarà un lento, silenzioso, ma inesorabile, scioglimento di un ghiacciaio”. Lo ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenendo in videocollegamento al forum dal titolo “Autonomia differenziata e Pnrr: cosa succederà alla sanità?”, sul tema della sanità pubblica, organizzato alla Fonderia Oretea di Palermo.
“Mi si chiede – prosegue – come mai il servizio sanitario nazionale, fiore all’occhiello dell’Italia, oggi sta creando problemi a 60 milioni di persone fra lunghissime liste d’attesa, pronto soccorsi affollati, le problematiche legate alle disuguaglianze regionali, l’impatto economico delle famiglie che oggi addirittura si indebitano o rinunciano alle cure? la risposta è semplice. Noi abbiamo grandi de-finanziamenti cronici. In termini di spesa sanitaria pubblica, se guardiamo in termini di percentuale del Pil, noi siamo passati dal 6,8% del 2012 al 6,2% del 2023 e ci avviamo a scendere sotto il 6%”, conclude Cartabellotta.
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