Se le improvvise
dimissioni ieri del sottosegretario alla Sicurezza del Cile,
Manuel Monsalve – denunciato per stupro da un’impiegata sua
diretta subordinata – avevano rappresentato già un duro colpo
per il governo di sinistra di Gabriel Boric, gli ultimi sviluppi
dello scandalo potrebbero avere conseguenze anche più gravi.
Secondo quanto ha ammesso oggi Boric in una conferenza stampa,
il governo era infatti a conoscenza della denuncia già da
martedì (due giorni prima delle dimissioni) e lo stesso
presidente ha rivelato di essere stato informato di una manovra
di Monsalve che la magistratura oggi ritiene sia stata un
tentativo di alterare le prove.
“Il sottosegretario Monsalve mi ha commentato che aveva
rivisto le riprese delle videocamere dell’hotel perché temeva di
essere vittima di un’estorsione, ma se ci sono state alterazioni
delle prove o di ostruzione alla giustizia non lo posso sapere,
è quello su cui bisogna indagare”, ha affermato Boric.
Un’ammissione quest’ultima che, lungi dall’allontanare le
polemiche, alimenta invece le domande dei media e
dell’opposizione riguardo al perché, nonostante l’evidente
gravità delle accuse, il governo ha atteso 48 ore prima di
formalizzare le dimissioni del funzionario.
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