La fusione tra Saipem e la società norvegese Subsea7, tentata senza successo nel 2019, potrebbe finalmente concretizzarsi nelle prossime ore. Secondo quanto anticipato da Repubblica, i due gruppi sarebbero pronti ad approvare definitivamente l’unione grazie a imminenti riunioni straordinarie dei rispettivi consigli di amministrazione.
Le quote degli azionisti dopo la fusione
Con l’integrazione paritaria delle due società, gli assetti proprietari subiranno cambiamenti consistenti. Per quanto riguarda il fronte italiano, Eni (oggi al 21,19%) e Cassa Depositi e Prestiti (12,82%) ridurrebbero sensibilmente il loro peso azionario, attestandosi complessivamente poco sopra il 16%. Sul versante norvegese, anche Siem Industries, con il 24%, e il fondo pensionistico Folketrygdfondet, con circa il 9%, vedrebbero ridimensionata la loro presenza nel nuovo gruppo.
Saipem e Subsea7, verso un nuovo colosso dell’energia
L’operazione darebbe vita a un gigante europeo nei servizi legati all’oil&gas e alle energie rinnovabili, settori sui quali entrambe le società hanno puntato con convinzione negli ultimi anni. Alessandro Puliti, amministratore delegato di Saipem, ha dato un’impronta precisa al rilancio del gruppo, investendo in settori innovativi e conquistando posizioni strategiche nel mercato della transizione energetica.
Già nel febbraio di due anni fa, Puliti aveva annunciato una partnership strategica tra Saipem e Seaway7, società controllata proprio da Subsea7, per sviluppare impianti eolici offshore flottanti. Queste strutture, diventate fondamentali dopo le difficoltà incontrate nel 2021 nel Mare del Nord, avevano causato una perdita record di oltre 2 miliardi. Puliti aveva definito questa collaborazione iniziale un “fidanzamento”, lasciando intendere la possibilità di evolvere verso un’integrazione vera e propria.
I risultati recenti confermano il successo della strategia di rilancio di Saipem: il 2023 ha riportato utili per 179 milioni di euro, “il risultato più alto degli ultimi 10 anni” secondo Puliti, accompagnato da ricavi saliti del 19% a quasi 12 miliardi di euro e nuovi contratti per 18 miliardi. Una crescita che ha permesso di annunciare il ritorno del dividendo dal 2025 e di puntare a un portafoglio ordini di 50 miliardi entro il 2027.
Gli impianti eolici offshore: dal disastro al successo firmato Puliti
Quando Saipem parlava di eolico offshore flottante nel 2021, più di qualcuno pensava a un azzardo da casinò, soprattutto dopo il buco nero da oltre 2 miliardi nel Mare del Nord. Una debacle che aveva messo sotto pressione persino i nervi d’acciaio dell’amministratore delegato Alessandro Puliti. Eppure, Saipem ha trasformato l’eolico offshore da zavorra aziendale a punta di diamante della propria offerta. Oggi questa tecnologia non è soltanto il centro della collaborazione con Seaway7, ma il biglietto da visita per il rilancio del colosso italiano.
Grande attesa per il nuovo piano strategico targato Saipem
Martedì prossimo, Saipem svelerà i risultati preliminari del 2024 e il suo piano d’attacco al mercato fino al 2028. Un appuntamento decisivo, con analisti e investitori già pronti a prendere nota: l’eventuale fusione con Subsea7 potrebbe cambiare definitivamente gli equilibri del settore energetico europeo, lanciando la società verso una nuova stagione da protagonista assoluta.