Non poteva che essere celebrato
sull’Appia Antica, nel quadro suggestivo del mausoleo di Cecilia
Metella, l’inserimento della Regina Viarum nel patrimonio
Unesco. Qui, seduti tra mura antiche più di duemila anni,
rappresentanze regionali e provinciali e decine di sindaci
fasciati di tricolore hanno partecipato all’incontro con il
ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il sottosegretario
Gianmarco Mazzi e le altre istituzioni coinvolte nel percorso di
candidatura. E non sono mancate tra il pubblico figure
politiche, come l’europarlamentare di Fdi Nicola Procaccini,
l’onorevole Fabio Rampelli, il senatore Marco Silvestroni.
Un raggiungimento che è solo “un punto di inizio, qui
iniziamo a lavorare affinché diventi una straordinaria occasione
di sviluppo socio-economico”, ha detto in apertura Sangiuliano.
E, ha suggerito a margine, ci sono già piani per le candidature
delle ville e casali del Chianti, i teatri delle Marche e il
riconoscimento immateriale della cucina italiana.
Non è poi mancata una risposta sulla questione dei tratti di
Appia non inclusi nel riconoscimento Unesco. “Già da settembre
lavoreremo affinché questa piccola esclusione sia sanata e
questi territori vengano riconosciuti – ha aggiunto Sangiuliano
– e poi abbiamo tutelato il nostro primato, se avessimo fatto
saltare questa operazione importante dell’Appia, noi non
salivamo a 60 ma rimanevamo a 59, la Cina saliva a 59 e noi
venivamo equagliati dalla Cina”. A lui ha fatto eco il
sottosegretario Mazzi, che ha delega all’Unesco: “Come sapete la
proposta di candidatura ha riguardato 22 componenti e di queste
19 sono state comprese e momentaneamente 3 sono state rimandati
– ha spiegato – ho chiamato personalmente ciascuno dei sindaci
di questi territori per comunicare che quelle zone fanno parte a
pieno titolo della via Appia” e “abbiamo già avviato con Icomos
l’iter per la revisione della decisione”.
Poi è stato il momento dei territori attraversati dall’Appia.
Tra gli interventi anche quello del presidente della Regione
Puglia, in collegamento, che ha scherzato sul fatto che “c’era
un tempo in cui chi governava l’Italia aveva una idea delle
infrastrutture verso il Mezzogiorno molto più evoluta di quella
attuale”.
In chiusura, Sangiuliano ha ribadito che “d’oggi in poi il
degrado non è ammesso” e ogni sindaco “è autorizzato a
stalkerizzarmi per evitare ci sia degrado e abbandono”
sull’Appia.
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