A poco più di 14 anni dall’omicidio
di Sarah Scazzi, la cronaca nera torna protagonista via fiction
con Avetrana – Qui non è Hollywood, la serie in quattro puntate
diretta da Pippo Mezzapesa che debutta alla Festa del Cinema di
Roma e poi sarà dal 25 ottobre su Disney+.
Un racconto che prende corpo con un cast che comprende
Vanessa Scalera (Cosima Misseri), Paolo De Vita (Michele
Misseri), Giulia Perulli nei panni di Sabrina Misseri, Federica
Pala per Sarah Scazzi, Imma Villa per Concetta Serrano, la mamma
di Sarah; Anna Ferzetti in un ruolo che racchiude molti dei
cronisti che lavorarono sul caso; Giancarlo Commare (Ivano) e
Antonio Gerardi. Ogni episodio ha il punto di vista di uno dei
protagonisti dei fatti: Sarah, Sabrina, Michele e Cosima.
“Ho voluto mettermi al riparo delle polemiche fin
dall’inizio. Cuore pulsante della serie è il presupposto di
avvicinarci il più possibile all’umanità di questa storia,
abbiamo cercato tutti di entrare nel profondo della vicenda, con
grazia, nei confini del verosimile, rispettando le persone –
spiega il regista pugliese, già autore fra gli altri di Pinuccio
Lovero e Ti mangio il cuore -. Ci interessava esplorare la
normalità del contesto da cui tutti si muovevano e l’abnormità
che questo delitto ha suscitato. Abbiamo cercato di esplorare la
complessità del male”.
La serie è basata sui documenti giudiziari e sul libro “Sarah
la ragazza di Avetrana”, scritto da Carmine Gazzanni e Flavia
Piccinni, edito da FandangoLibri. “Abbiamo comunicato
continuamente con la famiglia Scazzi, come era già successo
quando avevamo realizzato sulla vicenda una docuserie La ragazza
di Avetrana- spiega Matteo Rovere, produttore con Groenlandia -.
Senza entrare nello specifico, ci sono sensibilità, c’e chi ha
avuto la voglia di essere più coinvolto in questo percorso e chi
meno”. Vanessa Scalera, che regala una prova di grande intensità
nell’esplorare il mistero di Cosima, fa passare la
trasformazione anche per il trucco prostetico.
“Ho lavorato su quella fisicità. Avere addosso 20 chili
(della tuta prostetica) non è facile, dentro c’è un corpo che
urla. Credo che Cosima sia come un dado che abbia avuto solo una
faccia in luce. Abbiamo cercato di illuminare gli altri lati,
quelli mai mostrati”.
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