(di Francesco Gallo)
“Mi sento un po’ un alter ego di
Modigliani, ci ho messo tante cose mie in questo personaggio e
ho scritto e riscritto la sceneggiatura tante volte. Proprio
come lui ho poi toccato il fondo tante volte, ma poi ho sempre
trovato una porticina che mi ha salvato”. Così Johnny Depp oggi
a Roma nell’incontro ristretto in un albergo romano dove arriva
con circa un’ora di ritardo dopo aver già dato forfait
all’incontro ufficiale all’Auditorium delle 14 (si era parlato
allora di un ritardo aereo).
Depp non a caso parla del pittore livornese perché ha portato
alla Festa di Roma, dove riceverà stasera il premio alla
carriera, ‘Modì – Tre giorni sulle ali della follia’, ovvero le
settantadue ore più turbolente della vita di Amedeo Modigliani
(interpretato da Riccardo Scamarcio).
Un pittore che fugge dalla polizia a Parigi e pensa di
abbandonare per sempre la capitale francese, mentre i suoi amici
bohémien, tra cui Maurice Utrillo e Chaïm Soutine (Bruno Gouery
e Ryan McParland) e la sua musa-amante, Beatrice Hastings
(Antonia Desplat), lo convincono a restare. In questa crisi
artistica ed esistenziale Modì chiede consiglio al mercante
d’arte Léopold Zborowski (Stephen Graham) e incontra il
collezionista d’arte Maurice Gangnat (Al Pacino). Nel cast anche
Luisa Ranieri nei panni della cuoca e modella Rosalia Tobia.
Depp, che torna alla regia a venticinque anni dal suo e The
Brave (1997), ha utilizzato una sceneggiatura firmata da Jerzy e
Mary Kromolowski, basata sull’opera teatrale Modigliani (1980)
di Dennis McIntyre.
Come in un flusso di coscienza l’attore, al di là delle domande,
un po’ si confessa ai giornalisti dicendo: “Voglio fate altri
due film d’attore e due da regista. Come attore dovrei
interpretare Satana in un film di Terry Gilliam (mentre Jeff
Bridges farà Dio). Devo dire che sono stato fortunato nella mia
vita ancora oggi, dopo quaranta anni di carriera trovo della
ragazzine che mi aspettano dappertutto. Insomma ho avuto una
vita più bella di quanto mi immaginassi. Sono contento di quello
che ho. Se non avessi avuto successo, sarei probabilmente un
bello stronzo”.
“Certo questo Modigliani è davvero un alter ego di Johnny Depp –
dice Scamarcio -. È un personaggio dinamico anarchico e leggero,
ma ha anche una certa purezza. Insomma un personaggio che devo
dire somiglia anche un po’ a me”. Il fatto poi di recitare con
Al Pacino spiega l’attore: “A Budapest quando ho letto la prima
stesura del film non avevo immaginato chi interpretasse il
personaggio del mercante d’arte. Quando l’ho saputo mi è preso
un colpo. Poi sul set ho passato una giornata con Al Pacino che
mi ha confermato il fatto che è una leggenda del cinema. Avevo
una scena con lui lunga ben ventisette pagine e solo un’ora per
studiare la scena. Nella conversazione che ho avuto con lui –
continua Scamarcio – ho capito poi che ha la mia stessa idea di
cinema e di recitazione. Il suo personaggio di mercante d’arte?
In fondo – conclude – rappresenta una cosa universale, ovvero il
rapporto non facile che c’è tra l’artista e chi ha i soldi”.
Dice infine Luisa Ranieri: “Quando mi hanno telefonato, mi
trovavo a Pantelleria, ho subito pensato a uno scherzo e ho
attaccato. Non avevo poi date libere e sulla carta il film non
potevo farlo, poi con serie di incastri ci sono riuscita. Di
Depp – sottolinea poi – mi ha colpito la gentilezza e il suo
modo particolare di guardare le cose”.
Una curiosità Depp ha sfiorato l’Oscar tre volte, sempre come
migliore attore protagonista: per La maledizione della prima
luna (2004), Neverland – Un sogno per la vita (2005) e per
Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street (2008) che
gli è valso un Golden Globe.
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